Tapetos, la tradizione tessile incontra il design contemporaneo

Quella della tessitura a Samugheo è una storia antica. Una storia fatta di tradizione, di saperi che si tramandano, di identità di un luogo. Fin dai tempi più antichi il piccolo paese abbarbicato sulle colline Mandrolisai, nella provincia di Oristano, ospita uno dei centri di riferimento dell'arte della tessitura in Sardegna. A custodirne i segreti sono tradizionalmente le donne. Senza distinzione di classe o ceto sociale, era consuetudine che ogni donna, sin da molto piccola, imparasse a tessere. Una manualità tramandata di madre in figlia, che in quel passaggio di saperi avrebbero conservato anche le tecniche e i motivi ricorrenti delle produzioni artigianali.

Tessitura, dettaglio

 


I manufatti dell'artigianato tessile si distinguono per la laboriosità delle trame, lavorate a telaio secondo un lento e minuzioso processo di intrecci, e il pregio dei materiali, che sono principalmente la lana e il lino. La prima viene per larga parte ancora prodotta localmente, mentre il lino, seppure un tempo coltivato in modo estensivo nell'Isola, è andato pian piano cedendo il passo al cotone. Il processo di lavorazione segue un suo preciso rituale: dopo il lavaggio della lana è la volta della cardatura, a cui seguono filatura, aspatura, tintura e infine dipanatura della fibra. E tutto questo prima di arrivare al telaio.
 

Tessitura, Telaio


Un ricordo particolarmente suggestivo è quello del bagno di tintura della lana: un tempo il colore si otteneva dagli elementi naturali, facendo macerare in acqua bollente cortecce e radici di alcune piante. Coerentemente, la paletta di colori ruotava intorno al verde scuro, al nero e al rosso mattone (ottenuti rispettivamente dalla timelia, dall'olmo e dal leccio). Non è un caso che siano questi i colori dell'abito tradizionale di Samugheo. I motivi ornamentali ricorrenti rimandano al mondo vegetale e animale, mentre ai bordi dei manufatti tessili prevalgono i motivi geometrici. La vocazione tessile delle donne di Samugheo permane ancora oggi, e ha fatto propri i cambiamenti che il tempo ha portato con sè. Dagli anni Sessanta in poi, l'assetto economico dei centri rurali si è allargato a settori nuovi rispetto a quelli tradizionali dell'agricoltura e della pastorizia, iniziando a intravvedere nel settore della tessitura una nuova potenziale fonte di rendita. Dal 1965, quando a Samugheo si è costituita la prima cooperativa di tessitrici, l'attenzione intorno a questo tipo di ricchezze tradizionali è andato via via aumentando, e si è allargata la visione sul futuro di queste produzioni: dalla dimensione prevalentemente familiare e domestica al mercato; e dal mercato locale a quello regionale e poi globale.
 

Tessitura, colori


Una strada complessa eppure già intrapresa. Lo dimostra l'esperienza di alcune aziende tessili sarde tra cui quella dell'artigiana di Samugheo Maria Antonia Urru: fondata nel 1981, oggi questa realtà ha fatto si che le proprie manualità tradizionali incontrassero il design più contemporaneo di un'artista d'eccellenza come Carolina Melis, ad esempio. Il frutto di questi incontri sono delle collezioni uniche che, pur rispettando i canoni della tradizione, si presentano in una nuova veste contemporanea, che ha radici saldamente piantate in Sardegna, e una visione capace di rivolgersi al mondo.
 

[Photocredit: Dario Sequi]

 

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