Seneghe e la regione del Montiferru

Seneghe


Dopo una quantità di infruttuosi tentativi, finalmente il call centre delle ferrovie mi risponde: “Vorrei conoscere qual è il treno più veloce per raggiungere Seneghe da Cagliari” chiedo. “Prima di tutto – risponde ironico l’interlocutore – mi deve dire: ma Seneghe è in Sardegna?”. Non aveva mai sentito parlare di Seneghe. Il Paese resta un po’ defilato, abbastanza lontano dalle principali arterie di collegamento e dunque è difficile finirci per caso, se non si ha un interesse preciso. Ma perché uno dovrebbe andare a Seneghe?
 

Si percorre la Statale 131 in direzione Sassari e, poco prima di Oristano lo si scorge: il Paese è situato sul versante sud-orientale del Montiferru, con una magnifica vista che abbraccia il Campidano e il golfo di Oristano, la foce del fiume Tirso ed i pescosi stagni di Cabras e Santa Giusta. Seneghe è un posto molto tranquillo dove le porte delle case sono sempre aperte. Gente riservata, dignitosa. Nei tortuosi vicoli tra le case di pietra il silenzio è così intenso da far male alle orecchie. Rari incontri, magari un giovanotto con i gambali che torna dalla campagna con il suo cavallo. Composti saluti. Ti salutano tutti a Seneghe, anche se non ti hanno mai visto. Numerosi gli eventi tradizionali, come il Carnevale, e le celebrazioni religiose e quasi tutte finiscono in Partz'è sos ballos, dove seneghesi di tutte le età, in costume o in borghese, ci cimentano in balli tradizionali.
 

A novembre il Paese si anima per la manifestazione Prentzas Apertas. Si tratta della festa dell'olio, dove i frantoi vengono aperti ai visitatori e in ognuno, privati e varie associazioni, espongono i loro prodotti, offrono olive, vino e ottime bruschette,  il tutto accompagnato da musica e canti tradizionali, proiezioni e mostre. Naturalmente la festa termina con canti e balli in Partz'è sos ballos. Durante la prima settimana di settembre la manifestazione Settembre dei Poeti – Cabudanne de sos Poetas – ha sempre un gran successo. Sono tre giorni di poesia e letteratura presentata dagli stessi autori.
 

Ma la vera ricchezza di Seneghe è il suo monte. Il massiccio di origine vulcanica, denominato Montiferru comprende a est l’altopiano di Abbasanta, per degradare a ovest verso la fascia costiera. Sulla sommità le sue rocce di basalto e trachite sono quasi completamente nascoste da un fitto bosco di lecci e querce, ideale per gli amanti del trekking. Sui fianchi gli uliveti e i poderi dove viene allevato il Bue Rosso, un’antica razza di bovini che si cerca di salvare dall’estinzione. Nei centri abitati collocati sui suoi fianchi, Cuglieri, Santu Lussurgiu, Milis, Bonarcado, che lo vivono come fossero quartieri di una città con un immenso parco, si respira una cultura di antica tradizione, segnata soprattutto dalla forte presenza di insediamenti ecclesiastici.


In tutta la zona, restano i segni della presenza umana, fin dai tempi più antichi, con più di un centinaio di nuraghe, tombe dei giganti,  domus de janas; città fenice e terme romane; chiese romaniche e i castelli del periodo medioevale. Una mezz’ora di auto e si raggiunge un mare incontaminato con spiagge di quarzite, spesso contigue a vaste distese coltivate, come Maimoni, Mari Ermi, Is Arutas, oasi naturalistiche come quella di Seu, dove nascono spontanee le palme nane. La zona del Montiferru è ricca di strutture di accoglienza che, sebbene di recente istituzione, offrono servizi di buon livello e mai eccessivamente costosi. Ristoranti e trattorie tendono a valorizzare cibi e tradizioni culinarie locali e si mangia sempre molto bene. Dunque perché uno dovrebbe andare a Seneghe?

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