Cosa vedere: i vecchi resti delle domos de nie, ossia le case della neve, che sino ai primi del '900 venivano utilizzate per conservare la neve fino alla stagione estiva.
Da ascoltare: Il coro polifonico che dal 1985 tiene vivo il patrimonio musicale aritzese, con la produzione di musica tradizionale sarda sacra e profana. Il coro Bachis Sulis prende il nome dall'antico poeta nato e vissuto ad Aritzo tra la fine del 1700 e i primi anni del 1800.
Da odorare: Il profumo delle caldarroste nelle notti autunnali.
Da assaggiare: Castagne e Nocciole del luogo, in occasione della famosa Sagra che avvolge il paese il 26 e 27 ottobre di ogni anno.
Da toccare: I famosi taglieri di legno di castagno intagliati a mano nel rispetto dell'antica tradizione aritzese.