Aggius, una passeggiata a ritroso nel tempo sull'eco di D'Annunzio

Aggius, 1585 abitanti, 514 metri sul livello del mare, a pochi chilometri da Tempio Pausania, è un villaggio magico della Gallura. Alle spalle una corona di enormi massi a difesa dal maestrale e, sul lato opposto, la meravigliosa vista del Massiccio del Limbara. Il borgo, curatissimo e lindo, nelle case di pietra recuperate con amore e nei contorti vicoli lastricati, porta i segni della cura e del rispetto di tradizioni secolari. E infatti, Aggius è l’unico centro della zona che, oltre a far parte dei “Borghi autentici d’Italia”, può fregiarsi della Bandiera Arancione del Touring Club.


Nei dintorni, una meravigliosa e aspra campagna disseminata di stazzi. Un’abitazione a pianta rettangolare costituita da blocchi di granito e suddivisa, al suo interno, in massimo due ambienti.
Per centinaia di anni, prima di diventare ambìto luogo di vacanza e di accoglienza turistica, sia in Gallura e che in Corsica, Lu Stazzu con le sue pertinenze, il forno e il piccolo magazzino, è stato il fulcro della povera vita rurale di agricoltori e allevatori.


Si possono compiere belle escursioni intorno ad Aggius: in particolare lungo la strada panoramica, verso il Parco Capitza, o verso la Valle della Luna, detta anche Piana dei grandi sassi, un altopiano da cui emergono enormi massi levigati dai venti che attraggono scalatori da tutta l’Europa. È il cuore di un crocevia che la rende facilmente raggiungibile dalle principali città, porti e aeroporti sardi.
 

In ogni caso, da qualsiasi direzione, più ci si avvicina ad Aggius, più si ha la sensazione di un viaggio a ritroso nel tempo. Saranno i sugheri secolari, i muri a secco ricoperti di muschio, gli enormi massi in bilico gli uni sugli altri, con le loro bizzarre sagome di volti e animali, come non fossero il prodotto casuale di eventi naturali ma il duro impegno di un antico popolo di giganti.

Aggius

In mezz’ora di auto si raggiungono le località più rinomate della costa: Castelsardo, Santa Teresa di Gallura e dunque la Corsica, Palau e l’arcipelago della Maddalena, Arzachena e Porto Cervo, in Costa Smeralda. Oppure una delle numerose calette, un tempo approdo ideale nel contrabbando con i cugini corsi: Tinnari, Littu di Zoccaru, Canneddi, Cala Falza, Li Scalitti, Cala di L’Agnuli, La Gruzitta, Cala Sarraina e Lu Strintoni.
 

D’altra parte il contrabbando, era una delle poche risorse economiche che poteva garantire la sopravvivenza e la possibilità di pagare tasse e balzelli. Attività illegali e malavitose, secoli di faide e atroci fatti di sangue, conseguenza dei soprusi di dominatori aragonesi e spagnoli prima, e dell’incapacità dei governanti piemontesi in tempi recenti, non hanno comunque lasciato segni su una popolazione pacifica e socievole che accoglie i visitatori con la ricchezza delle sue tradizioni enogastronomiche e culturali.


Ad Aggius esiste l’unico museo sul banditismo, nonché il più grande museo etnografico della Sardegna dove, tra l’altro, sono custoditi i coloratissimi ‘Telai’ di Maria Lai, artista sarda di grande fama; ad Aggius è viva la tradizionale arte della tessitura e della colorazione naturale delle lane con erbe spontanee del territorio. E ancora, ne era convinto Gabriele D’Annunzio, ad Aggius si possono apprezzare i canti tradizionali del suo rinomato coro...


«Se tu e gli altri quattro veramente mi amate, rapitemi stanotte, e portatemi ad Aggius; e fatemi una capanna in un bosco di sòveri là sul Tummeu Sotza, ch’io veda il golfo e tutto il lido insino alla Maddalena, e ch’io sia svegliato ogni alba dal Gallo di Gallura».

 

[Photocredit: http://instagram.com/chezvio]

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